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mercoledì 5 aprile 2017

Istat e disoccupazione: le solite fregnacce

Le furiose Erinni, come nella miglior tradizione eschilea, si trasformano in Eumenidi: “chi, sventurato, sei tu, che a questa misera parli sí vere cose”?
Per chi non appartiene alla categoria dei cronici disfattisti e dei gufi portasfiga, che si rallegrano persino dei pessimi risultati ottenuti dal figlio a scuola, oggi dovrebbe essere un giorno di festa.
La fotografia dell’Istat mostra che la disoccupazione cala al 11,5% e persino quella giovanile è ai minimi dal 2012 (salvo affermare poi, il giorno seguente, che crescono i lavoratori a termine e sono in calo i permanenti, rovinando così la festa appena organizzata).

lunedì 8 febbraio 2016

Il Pil cresce e la disoccupazione cala: le mezze palle del Governo e della scienza

Non c’è bisogno di essere un pentastellato o un invidioso gufo per sbottare alle trionfalistiche dichiarazioni del “giovine” Governo democratico. Se aveva ragione quel nobile di Talleyrand, che del trasformismo fu primo esempio e maestro, quando diceva che: “in fondo la politica non è altro che un certo modo di agitare il popolo prima dell’uso”, allora sarà facile comprendere che per indignarsi di fronte alle res gestae di un Governo non eletto basta semplicemente non volersi fare prendere per il culo. E’ pur vero che, per parafrasare Weber, il politico è un uomo che vive di parole. E’ un parlatore di professione, seppur scadente, come richiedono i tempi moderni: oggi meglio twittare, concisamente e chiaramente, tanto per non obbligare il consapevole cittadino medio a dover pensare con la propria testa. E così, nella progressista democrazia del social-marketing e del “tanto per fare”, sembra si stia addirittura approfittando della beata sonnolenza del popolo a colpi di tweet e di Leopolde.