Il solito viaggio in macchina per
Milano, con la consueta, obbligatoria, tappa all’autogrill.
Per omaggiare il de gustibus e per non far torto agli alimenti spazzatura,
si entra, lancia in resta, con l’intenzione di prendere un Camogli riscaldato.
Era tutto come te l’aspettavi all’autogrill: il bancone dove l’avresti
voluto trovare, il frigo delle bibite a portata di orinatoio e i corridoi che
sembravano un aggrovigliato budello inestricabile.
Solo l’inserviente del bar aveva qualcosa di strano. Era giovane, troppo giovane per il Novecento dei diritti progressisti, e aveva cucito sulla divisa d’ordinanza un logo laureato, ove scintillava in bella mostra la scritta “alternanza scuola lavoro”. M’incuriosii e iniziai, da perfetto rompicoglioni in vacanza, a subissarla di domande scontate.
Ne uscì una breve rassegna
d’informazioni collaudate: era una liceale e mi raccontò delle 150 ore complessive
che doveva svolgere quest’anno e delle 4 ore pomeridiane che passava in quell’”accogliente”
Cacania.
La lasciai al suo lavoro e mi diressi verso l’uscita, attraversando
l’intestino di corsie, tra dischi di Gigi d’Alessio invenduti e grassi insaturi
in scatola, mentre m’interrogavo sul cosa potesse imparare una liceale in un luogo
come quello. Pensavo ai militaristi dell’esistenza, a quelli dalla schiena
dritta perennemente in battaglia con loro stessi, che in una posticcia
riedizione del ressentiment, da
“subitori” incalliti volevano che altri subissero, ma per “imparare” (aka, “parare” i colpi della vita). Ma
imparare cosa? - strepitavano le
evoluzioni del mio soliloquio -. Che la schiena dritta la si può sfoggiare solo
con chi ricopre un grado “inferiore” al tuo (a quelli si “spezzano le reni”),
per tutte le altre evenienze – lavoro incluso – meglio tenere il capo chino, il
dorso inarcato e ogni orifizio lubrificato.
Arrivai dunque alla cassa, dopo essere
stato digerito dal budello di scansie imbandite per il banchetto autostradale.
Non riuscii proprio a trattenere la
lingua, e così chiesi alla cassiera che era di turno un parere
sulla studentessa del bar.
Risultato:
la cassiera quarantenne aveva visto tagliarsi lo stipendio, perché grazie alle
ore lavorate "agggratis" dai ragazzi dell’alternanza
scuola-lavoro, il monte orario aveva subito un significativo taglio... e vissero tutti felici e contenti.
Nessun commento:
Posta un commento