Barba accuratamente incolta, ricciolo
sbarazzino ed occhiali d’ordinanza. L’ex viceministro del Lavoro e delle
Politiche Sociali del faustiano Governo Monti, nonché Professore Ordinario di
Diritto del Lavoro, nonché figlio d’arte, dopo l’oblio a cui le sue res gestae lo hanno costretto, torna a
sciorinare ricette “pedagogiche” per ottimizzare il pedigree dei giovani che vogliono rimboccarsi le
maniche per gettare il loro in-der-Welt-sein.
Troppo buonismo e permissivismo nelle
aule scolastiche – sottintende Michel
Martone -, bisogna preparare i bambini alla competizione
internazionale.
Niente materie e competenze inutili,
quindi. Nessuna abilità. Bando alle ciance e alle zavorre del Dasein inutilizzabile. I bimbi devono
essere plasmati come bamboline di cartapesta; devono imparare come si fa impresa, svezzati a latte ed inglese (“lingua non lingua”, in cui gli accenti vengono
chiamati “stress”, e infatti, tra quegli stessi banchi di “Buona scuola” ci si confonde tra “e” congiunzione e “è” terza persona singolare del verbo essere – ma anche
tra molti dottorandi dal genus
scientifico si commette il medesimo peccato veniale – e il passato remoto,
assieme al suocero congiuntivo, così astrusi per logica ed applicazione, almeno
agli occhi delle nuove generazioni dalla diglossia anglofona, vengono cassati
quali esemplari storpi e un po’ naif, relegati al ruolo d’inutili scarpe
vecchie).
Il pastorale Martone sembra voler
allevare schiere di automi servizievoli, che però sono programmati per sapere
quali sono gli strumenti più adatti per competere e per stare nel mercato
globale (l’uomo è uno strumento che usa altri strumenti, altroché Hobbes!).
Sembra affermarlo, addirittura, con ispirazione
umanitaria e compassionevole. Lo dice per il loro bene!
Un bene che si sposa perfettamente con
la moderna idea di “bene comune”: evitare di allevare legioni di cittadini
consapevoli, ma disoccupati (quindi costosi per la “comunità” che ha capito
come si fa a stare al mondo).
Lo fa perché il futuro che ci aspetta in questo ridondante big world, sarà probabilmente
quello di "laborare" per una corporation trendy (le Pmi “sonobbrutte”!).
Le nuove panzertruppen del liberismo senza limiti lo sanno, e quindi,
amorevolmente, intendono preparare un nuovo esercito di persone competenti ma
ingobbite e menefreghiste.
“E’ davvero questo il mondo che
vogliamo?”
“Ma il mondo non si "vuole", è un’entità
altra, dotata d’indipendenza ed autocoscienza, che abbiamo trovato così com’è... e il più furbo, quello che ha carpito i misteri di questa scienza del mondo globale, sarà colui che prima
si adeguerà per sopravvivere (darwinismo
sociale)” – rispondono in coro Michel Martone, i genitori preoccupati e gli educatori certificanti -.
A tutti quegli inattuali che non si vogliono
adeguare al nuovo progresso orwelliano
della schiavitù, che credono ancora ad una scuola che prepari gli “uomini” alla
libertà, a pensare in modo autonomo e critico, ad essere cittadini migliori e a
rivendicare un mondo fatto per l’uomo e non un minus habens pre-disposto per il mondo, non resta invece che l’irrilevanza,
o l’esilio su Marte.
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