la
credenza che il reale è razionale e che il sistema mantiene le promesse -
riflette il nuovo conformismo che è un lato della razionalità tecnologica
tradotta in comportamento sociale veicolo del potere repressivo dell'insieme
H.
Marcuse
Ci risiamo, come ogni anno comincia il balletto dei numeri. Dopo le lusinghiere stima di crescita del Pil Italiano dell’1,6%, il
Governo fa marcia indietro. Nel Def di
quest’anno, infatti, vengono tagliate al ribasso quelle precedenti
vaticinazioni: si retrocede ora al 1,2%.
E qualche giorno dopo ci pensa il FMI
(Fondo Monetario Internazionale) a sopire definitivamente l’entusiasmo delle
previsioni governative: anche il FMI rivede le stime di crescita all’1%.
Ma il coreografico tourbillon di dati è solo all’inizio. Come ogni anno, daranno
i numeri. Tutti i
numeri, così da poter dire di aver avuto, almeno una volta, ragione (in
ossequio alla legge delle probabilità!).
-Te l’avevo detto io -, ne sarà l’autoreferenziale grido di battaglia.
Sì, perché alla fin fine l’importante è far quadrare il cerchio. La cosa che davvero conta è “avere avuto ragione”,
per dirla con Musil: “i razionalisti sono dei violenti che non
dispongono di un esercito e perciò s’impadroniscono del mondo
rinchiudendolo in un sistema”.
Questi espertomani pongono un’ipotesi, o una previsione,
come fa un astrologo qualunque, e poi fanno concorrere ogni sforzo deduttivo
per farlo collimare con quella loro aprioristica ipotesi. Ogni principio genea-logico
è in definitiva un autoreferenziale e soggettivo auto da fè, che pretende
di fondare una verità assoluta esclusivamente sull’aderenza al sistema che si è
voluto creare ad hoc per rallegrarsi poi della “correttezza”
dell’ipotesi. Della serie:
considero ”dato” solo ciò che non smentisce la veridicità delle mie astratte
supposizioni. L’autoreferenzialità eretta a tautologia scientista! Le seghe di
qualche illuminato azzeccagarbugli!
Aspettiamoci quindi molte altre previsioni, altre montagne di dati e di zero-virgola, comunque
sempre corretti. Revisioni periodiche di una realtà umana che l’economia finanziaria può occasionalmente determinare, ma non accora fotografare ed
imprigionare con la ragion pura.
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