E proprio mentre Padoan si sbrodola
tessendo le lodi dei successi ottenuti
nella nuova Grecia curata e rinsavita, la produzione dell’Ellade crolla nella misura del 4% nel mese di marzo.
E non c’è da stupirsene. Non servono, infatti, fini economisti e ragionieri di
alto bordo per risolvere un banale sillogismo.
Serve esclusivamente il buonsenso,
quello che a certi econo-mostri
imparruccati sembra mancare.
D’altronde è persino facile: se m’impongono di
rendere il sistema Grecia sostenibile
attraverso sforbiciate a salari e pensioni, aumentando le tasse e riducendo,
conseguentemente, i posti di lavoro, non sarà difficile prevedere quali effetti
andranno a prodursi sulla società e sul mercato interno. Se ho sempre meno
soldi in tasca e il futuro non allude ad alcun happy ending, non compro, o compro solo ciò che mi è indispensabile.
L’Oreste di Euripide l’aveva già
previsto: “Zeus non può aver generato un
demone così funesto per molti barbari e per molti Greci”
Ma ciononostante, la democratica Grecia, almeno nel contorto immaginario di qualche barone del vapore, è la manifestazione plastica del più grande
successo dell’euro. Un’ironia niente male. E intanto il piano di
ristrutturazione richiede di raggiungere un avanzo primario del 3,5% del Pil
fino al 2040. Banalizzando, significa che per il prossimo ventennio, il monitorato ed ammansito Stato greco
dovrà prendere ai contribuenti più soldi rispetto ai servizi e agli
investimenti che distribuirà loro.
E tornano in mente le parole pronunciate dal bocconiano e “salvatore della patria” Monti qualche anno fa: “oggi stiamo assistendo al grande successo dell'euro e la manifestazione più concreta di questo successo è la Grecia, costretta a dare peso alla cultura della stabilità con cui sta trasformando se stessa".
L’assolutismo del nonsense:
ha ancora senso pagare questi
previsionisti e jettatori dal colletto bianco per farci raccontare balle
narcotizzanti e rassicuranti?
2 commenti:
Non serve a molto, constatare che non siamo capaci a mandarli a casa.
Caro Francesco, dal mio punto di vista, avrebbe ragione se non avesse anche torto. Non mi fraintenda, non sono qui a dare titoli, e il mio neurone vale quello di ogni altro. La consapevolezza, secondo Lei serve? Anche attivamente, nelle scelte di tutti i giorni? Io trovo di sì, anche se non fa accadere necessariamente rivolte di massa e sommosse popolari. Guardo piuttosto ai piccoli gesti quotidiani, inutili forse, ma l'idea di "servire" non mi ha mai fatto impazzire. Un contemplativo dall'ozio facile.
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